IL CHIOSCO – BANCARELLA MultiSIZE
L’ideazione del modulo immaginato per l’allestimento di aree attrezzate lungo l’accesso
al percorso di visita del cono del VESUVIO è stata improntata al raggiungimento di tre
obiettivi principali:
1. impatto formale contenuto in rapporto alla rilevanza del contesto naturale ma al
contempo forte riconoscibilità del segno che si estrinseca nel richiamo iconico,
materico e percettivo alle peculiari caratteristiche del luogo.
– Il richiamo iconico
La riconoscibilità ed i riferimenti dell’elemento permangono sia quando esso è chiuso
che quando è aperto : la forma asimmetrica trapezoidale richiama la pendenza del
vulcano, che viene ripetuta nell’anta-scaffale che può disporsi sia a 90° che a 180°
rispetto al corpo del chiosco creando uno spazio ‘vulcano’ tridimensionale.
– Il richiamo materico
Per la realizzazione del chiosco è previsto l’impiego di materiali naturali quali metallo (acciaio corten per il rivestimento esterno e alluminio per la struttura
intelaiatura non a vista), legno (tavole di legno di recupero impregnate per il
rivestimento esterno e pannelli di fibre di legno riciclato per gli arredi fissi) e infine
vetro per vetrine, inserti e vetrate. I colori del legno impregnato e dell’acciaio ossidato si integrano perfettamente con i colori dell’ambiente circostante mimetizzandosi ma non scomparendo grazie alla pregiata consistenza materica. Il ferro evoca la forgiatura, il fuoco e la lava, il legno la natura e la vegetazione che è intorno. Il vetro dona leggerezza e trasparenza e ne è previsto l’utilizzo per un’ampia vetrata quando il retro della bancarella prospetti verso il panorama così da non occultarne la vista.
I materiali scelti rispondono ai requisiti di ecosostenibilità e riciclabilità. Anche il
requisito di economicità è ampiamente soddisfatto, a meno dell’acciao corten e del
vetro il cui maggior costo è compensato dai requisiti di durabilità ed assenza di
manutenzione, determinanti per materiali da porre all’esterno.
– Il richiamo percettivo
La ruvidezza e la bellezza dei materiali sono il principale riferimento percettivo alla
natura del luogo. Ma la stessa spazialità dell’involucro contribuisce al gioco
sensoriale : asperità, pendenze, lame di luce, tendono a ricostruire o anticipare
l’esperienza che ha vissuto o vivrà il turista nel suo percorso lungo la bocca del
vulcano.
2. elevata modularietà e flessibilità d’uso ottenuta a partire da un modulo base di
dimensioni contenutissime (3,20m x 1,60m) ma capace di ampliarsi per step
intermedi fino ad una superficie pari a circa 4 volte quella di partenza (4,40m x
5,50m ); il modulo è infatti ampliabile sia grazie ad una componentistica integrata
(pedana, anta-scaffale, guscio estraibile, tenda ombreggiante) sia per aggregazione
di più moduli (abbinamento lineare o in profondità di due o più moduli speculari).
Tale variabilità dimensionale, oltre a rispondere alle diverse esigenze funzionali ,
consente anche l’inserimento della struttura in spazi molto ristretti. Nel caso in
esame ad esempio l’esigenza di allestire delle bancarelle lungo una strada carrabile,
a doppia corsia e larga solo 8 metri, ci ha fatto optare per una profondità
estremamente contenuta del modulo base (1,60 m); lo stesso modulo, nel caso si
disponga di spazi più ampi ed adeguati, può poi essere ampliato mediante
l’estrazione della pedana arrivando ad una profondità di circa 3,20m, ancora, con
l’estrazione del guscio, fino ad una profondità di 4,00m.
Anche l’arredo fisso è stato studiato e dimensionato per soddisfare svariate esigenze
d’uso: vendita di souvenir o prodotti alimentari, infopoint, chiosco-bar, ecc . Gli
elementi, essenziali, sono: una coppia di scaffalature (che possono restare a giorno o
chiuse da vetri o ante), un ripiano con sgabello quale piano di appoggio e per
collocare la cassa, un piccolo ripostiglio chiuso, un ulteriore espositore su ruote, una
rastrelliera per oggetti da appendere, una vetrina esterna e l’insegna incisa sui
pannelli di rivestimento per consentire di individuare la destinazione d’uso del
chiosco anche quando l’involucro è chiuso.
La standardizzazione degli arredi e il segno forte ma compatibile del chiosco
contribuiscono a restituire un’ immagine unitaria dell’insediamento che acquista
dignità pur nel suo carattere temporaneo.
3. struttura funzionalmente completa ma compatta e di semplice gestione.
A voler essere realistici e concreti, la struttura richiesta non può avere un carattere
‘immateriale’. Le sollecitazioni degli elementi naturali a cui è sottoposta (sole, vento,
pioggia, talvolta neve) così come le forti escursioni termiche (sia diurne che
stagionali) sono tali da rendere indispensabile il progetto di una struttura
adeguatamente resistente e ben coibentata.
Il chiosco è stato progettato tenendo conto di tali elementi, e sono stati predisposti
una serie di accorgimenti secondo un approccio di tipo bioclimatico quali la
presenza di una tenda regolabile per il riparo dall’eccesivo soleggiamento e dalle
piogge leggere, due aperture nel soffitto per favorire la ventilazione naturale
nelle ore più calde della giornata, feritoie per incrementare l’illuminazione naturale. I
due sportelli del soffitto contengono due pannelli fotovoltaici che si aprono in senso
inverso inclinandosi leggermente così da consentire la ventilazione ed al contempo
ottimizzare la captazione dei raggi solari. I due pannelli sono sufficienti a dare
autonomia energetica al piccolo chiosco, che è inoltre coibentato con lastre di lana
di legno. Il rivestimento in corten è infatti solo una sottile lamina che riveste i
pannelli coibentati nelle pareti laterali e nel soffitto.
La struttura immaginata, pur nella sua concretezza, è di semplice assemblaggio e
gestione. Si tratta fondamentalmente di due telai perimetrali collegati
trasversalmente da correnti che formano dei riquadri che contengono le tamponature
del pavimento e dei pannelli coibentati rivestiti di acciaio corten. Due binari
telescopici estraibili dal pavimento e dalla copertura formano l’intelaiatura di
supporto per pedana e tenda. Il tavolato e la tenda si srotolano da un vano collocato
nell’anta-scaffale. Gli arredi fissi hanno anche funzione strutturale e collaborano alla
statica dello scheletro.
Il chiosco, una volta richiuso, è trasportabile come da richiesta del bando essendo
provvisto di ruote e di gancio per il traino.